Seicento
ragazzi e ragazze, dagli otto ai quattordici anni, hanno scritto le loro idee
relative al futuro, in un concorso realizzato nelle classi di un Istituto
Comprensivo, alla periferia di Reggio Emilia.
Con
un gruppo di insegnanti avevo intenzione di condividere i pensieri espressi,
ricchi di punti di vista sul futuro che i ragazzi sperano di conquistare.
Rivelatori
di sentimenti da trasmettere? Di desideri di normalità? Di un filosofia
spicciola rispetto alla vita che li attende?
Mi
pareva che, leggendo agli insegnanti stralci degli elaborati, significasse
portare alla scuola un dono prezioso di conoscenza, affetto e scoperta per la
bellezza delle parole.
Terminata
la lettura, alla richiesta di esprimere tranquillamente un parere su quanto
ascoltato, il silenzio è calato nell’aula. Nessuno ha mostrato interesse e
voglia di approfondire, di capire e di addentrarsi sulle strade individuate dai
ragazzi; forse da soggetti pensanti, ridiventati allievi?
Pre-adolescenza
e adolescenza sono età significative, ancora scarsamente condizionate dai
messaggi del mondo adulto; oppure in parte lo sono ma lo spessore delle incrostazioni
non è così forte e diffuso.
Ancora
è possibile cogliere la spontaneità e condurre per mano gli adolescenti,
valorizzando i punti di vista che possiedono. E’ l’età delle dispersioni ma
anche dei consolidamenti, nelle scelte condivise con i coetanei.
La
fase neuronale, in questo periodo, vive una fase d’arresto e l’adolescente si
muove tra contraddizioni e semplificazioni. “Sei grande e fai lo stupido!” sono
le ambiguità in cui si dibatte la crescita. Nel cuore si intrecciano sensazioni
che debbono trovare una sistemazione e nella mente si alternano passi avanti e
voglia di ritornare all’infanzia.
Questa
è una stagione di iniziazione, è sempre successo, con alcune differenze: nella
contemporaneità gli ostacoli da superare per diventare grande si sono
affievoliti per non dire scomparsi.
Dialogare
e ascoltarli permette di individuare elementi di forza del loro pensiero che
altrimenti non scopriremmo e intorno ai quali costruire ipotesi e osservazioni;
significa comprendere i nuovi ostacoli, se esistono, che i ragazzi debbono
scavalcare.
Ragazzo
dove stai andando? Fai attenzione a quello che sta dentro di te e prenditi a
cuore il tuo destino.
Come
educatrice che ha fiducia nelle giovani generazioni, non penso
esclusivamente all’adolescenza come a un
periodo di problematiche. Ho raccolto nelle visioni sul futuro parecchi semi
che fanno bene sperare.
Certamente
emerge un’età senza molte passioni e rinchiusa in un ambito prettamente
familiare. Ma che cosa sono in verità le
passioni?
E
quando escono allo scoperto? E su quali basi si innestano?
Volutamente,
dal quadro riportato, ho tralasciato le vacue aspettative, appiccicate dalle
mode televisive e dai rotocalchi d’immagine. Ho privilegiato le altre, a volte
ingenue e a volte profonde; a volte ereditate, a volte interpretate. Da qui
occorre partire, a mio avviso, per trasformare le aspettative in progetti di
vita.
Le
passioni nascono e si rafforzano se l’identità ha uno spessore, grazie a
relazioni e maestri che apportano linfa.
Famiglia
e scuola dell’obbligo hanno responsabilità precise verso i ragazzi che sanno
raccontare e si attendono dagli adulti un orientamento. Come si fa ad allenare
i ragazzi al sapore delle cose che sono il segreto della vita?
Come
mettere a proprio agio i giovanissimi perché sappiano valorizzare le pause
della loro esistenza senza timore di mettersi a nudo di fronte agli altri?
Come
far sì che apprezzino e amino il pezzo di vita che stanno percorrendo? E come
lasciasi ospitare dalla vita e avere cura della propria interiorità?
Il
silenzio della scuola mi ha fatto male ma soprattutto ne ha fatto ai ragazzi
che si sono spesi a fare emergere un’anima e un’originalità.
La
generazione che salta agli occhi, presenta una logica priva di grandi conflitti
e così di ideali specifici; alla ricerca di una normalità che si snoda nella
famiglia, nei figli, nel lavoro in un ambiente che dovrebbe essere migliore
dell’oggi.
E’
una normalità di partenza che arreca buoni frutti per il futuro, se viene
supportata a trovare quell’unicità che appartiene anche alla vita di tutti i
giorni. A volte occorre rientrare in
casa per scoprirsi e fare i conti con se stessi prima di rapportarsi agli
altri.
Tra
gli adolescenti ci sono quelli che provengono da terre e culture diverse;
valicano confini e diffidenze. Le loro riflessioni colpiscono per la maturità e
le sofferenze denunciate. Vengono da lontano e alcuni di loro andranno lontano
in quanto la fatica dell’adattamento li sta trasformando in individui capaci di
aggredire il futuro.
E’
una speranza che spalanca un porta su un domani di mescolanze e di incontri.
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