Lo sguardo della scrittura si è dilatato e non ha confini, tra terra, cielo e mare. Così le parole volano e navigano, si arricchiscono di sfumature e di complessità. Riuscirà la mente e il cuore a trattenerne qualcuna?

martedì 26 giugno 2012

martedì 12 giugno 2012


LA BELLEZZA DI CRESCERE

Bellezza è armonia, autenticità, slancio verso il domani; qualità che dovrebbero connettersi nelle fasi del vivere e del  crescere che rappresentano un aspetto della normalità.
Non avviene sempre così se predominano paure e scarse attese.
Eppure una buona parte di ragazzi è carica di speranze, nonostante il pessimismo che li circonda.
- Io non ho fretta di crescere, perché mi piace essere spericolata. I miei genitori invece sono sempre impegnati e non hanno mai tempo di giocare, a parte mio papà che è una persona speciale, perché in fondo è ancora un bambino. E’ molto giocherellone ma, davanti al lavoro o alle difficoltà, ritorna adulto.- Scrive una ragazzina di dodici anni.
 - I grandi hanno anche più sofferenze come le preoccupazioni per un figlio, la perdita dei genitori, le ansie per il lavoro e per i soldi.
Un giorno dovrò affrontarle anch’io queste difficoltà e, quando sarò pronta, credo che riuscirò a viverle senza paura.-
Saggia riflessione emersa in una classe di una media inferiore, luogo dell’anima, dove le emozioni relative al futuro hanno acquisito visibilità.
Perché si nasce? Che cosa ricordano gli altri di me? Chi sarò domani? Sono felice di essere al mondo? Domande che tendono a soffermare i ragazzi sul senso della vita e del tempo che passa, spalancando visioni sul sé e sugli altri.
Da qui sono nate riflessioni metafisiche sul nascere e morire nella lunga onda dell’esistenza in cui il tempo del divenire e del finire non è davanti a noi ma dentro alle azioni che ogni giorno compiamo.
- Ma che senso ha nascere- dice un ragazzo- se poi si deve morire. Il tempo che abbiamo davanti ci porta là dove nessuno vorrebbe andare. Sarebbe bello il contrario.-
Gli umani non sono immortali, ragioniamo insieme, ma lo diventano grazie alle idee, alle invenzioni e quando producono bellezza attraverso l’arte. Nascere è un inizio magico perché concede all’uomo e alla donna il potere di manifestare le potenzialità della mente.
- Della mia nascita - aggiunge un altro- non ho ricordi; mi raccontano che ero un bambino tranquillo e che adesso sono cambiato; non mi rendo conto del perché.”
E’ tutto nella norma, in quanto crescere significa cambiare; questa è la forza dell’essere umano che sta per conquistare il domani e non è mai uguale a prima.
Il tempo trasforma e va avanti ma conserva in parte l’essenza del temperamento.
Iniziare a camminare con le proprie gambe genera brividi di piacere e quando non si è ancora totalmente in grado di andare da soli per le strade della vita, ci si attrezza a questa avventura.
- E’ vero perché da piccolo ero pieno di paure che non sono nulla rispetto a quelle di oggi.- Un ragazzo entra nel dialogo - Nell’album di famiglia sono ritratto sempre per mano a qualcuno.-
Certo vivere è un’impresa difficile ma nello stesso tempo straordinaria: si è felici quando si scoprono l’amore e la bellezza della natura; quando in una giornata qualsiasi si sta con gli amici e si apprendono tante cose; quando ci si accorge che sperimentare in prima persona rende forti.
Che cosa è essenziale per un ragazzo che abita questo tempo e cerca di individuare come sarà il proprio futuro? C’è una responsabilità individuale a scrutare fino in fondo quanto di sacro ci è stato trasmesso, la spinta giusta per affrontare i passaggi che si incontrano.
- Vorrei sfruttare al meglio la vita che mi è stata donata. Sono consapevole che non si può far tutto e che ci sono dei limiti ma li vorrei abbattere e andare oltre.-
Che bellezza in queste prospettive, raccontate così, a voce spiegata e senza troppe sovrastrutture!
Del lungo periodo adolescenziale appaiono normalmente le problematiche insolenti o il vuoto dei valori: perché non partire invece dai quei semi preziosi che si incontrano quasi casualmente per collocarli al centro delle relazioni?
Non rimane molto tempo agli umani per recuperare la bellezza del divenire e assaporarla con lentezza.
Ancora una volta soccorrono i pensieri di Seneca, vissuto nel IV° secolo a.C, consigliere di Nerone, così attuali perché impregnati di una saggezza che tutti comprendono:
” Forse, Lucilio, mi domanderai come mi comporto io, che, con te, sono così largo di consigli. Ti risponderò con franchezza: faccio come un riccone ordinato e diligente, tengo il conto di quello che spendo. Non posso dire di non buttare al vento nulla, posso dire che cosa butto via e spiegare perché e come; sono in grado di rendere conto della mia povertà. Naturalmente capita anche a me, come alla maggior parte delle persone cadute in miseria senza loro colpa, che tutti siano pieni di comprensione, ma nessuno sia disposto a dare una mano. Ma che importa? Secondo me non è povero chi si fa bastare quello che gli resta, anche se è poco. Quanto a te, però, preferirei che tenessi ben stretto quello che hai; e dovrai cominciare subito. Perché, come dicevano i nostri vecchi, è troppo tardi fare economia, quando si è arrivati al fondo; tanto più che nel fondo non c’è solo ben poco, ma anche il peggio.”
Le parole risuonano cariche di consapevolezza a significare che il pensiero rivolto alla fine del ciclo vitale comporta un risparmio di energie per dare valore a quanto conta veramente.
Ipotizzare quindi un futuro e lavorare perché questo avvenga al meglio,per un giovane significa riprendersi in mano la propria vita, senza lasciarsi influenzare da falsi modelli.
- Superare tutte le prove-  scrive un ragazzo - per crescere e diventare maturi, mi renderà più coraggioso e…quando mi sentirò triste, una cosa che mi tirerà su, sarà ascoltare una bella canzone.-
 Forse Seneca voleva dire che  ognuno possiede un patrimonio prezioso da spendere  e “non c’è tempo da perdere.”





SAPER PREVEDERE

L’esistenza degli individui si è notevolmente allungata e l’adolescenza, di conseguenza, dura di più. In essa coesistono una pluralità di percorsi e di situazioni che mutano, a seconda del contesto in cui gli adolescenti vivono. Insieme a tante costanti; una di queste è la dimensione del divenire e del crescere.
Il diventare grande rappresenta un prima tappa del futuro; è un confine che fa uscire i ragazzi da una infanzia che, a una determinata stagione, sta stretta e che si vuole superare. E’ come una finestra che si apre su uno scenario che appare allettante perché significa  libertà di agire, finalmente, in modo autonomo.
Poi ci saranno altri confini da superare ma per il momento il diventare grande genera un fascino particolare. E ogni ragazzo vuole appropriarsi del proprio futuro con quella generosità istintiva che gli appartiene.
-  Io sono un bambino di nove anni e vorrei rimanere piccolo, ma tutti siamo destinati a diventare grandi. Vorrei diventarlo solo con la statura, perché sto bene così. Da grandi non si potrà più giocare, divertirsi e poi ho ancora tanto da imparare.-
Una ragazzina scrive
- Se diventi grande devi lavorare, pagare le tasse, mantenere i figli, se ti sposi; quando poi vai sempre di fretta hai l’ansia, sei stanca e stressata.-
E un’altra
- Tutti mi dicono che crescere è faticoso ma io questi grandi non li capirò mai!-
Oppure
- Sono contentissimo di diventare grande, ma ci sono anche molte cose che mi preoccupano del tipo che dovrò decidere la mia vita e fare sempre le scelte giuste.-
Sapere prevedere il futuro appartiene all’individuo nel momento in cui si accorge che il tempo passa e le trasformazioni modificano il corpo e la mente. E’ un’attività del pensiero quella di immaginarsi proiettati in avanti e in questa prospettiva si coniugano insieme il piacere di crescere e il timore di affrontare il domani.
Il mondo che circonda i ragazzi è problematico e confuso; così anticipatamente e sicuramente prima di quanto avvenisse nelle altre generazioni, i passaggi risultano accidentati e sconnessi.
E poi i giovani non sono stati educati alla fatica e crescere non è semplice; certo una buona parte di responsabilità appartiene agli adulti che li agevola in tutto, con la speranza di salvarli e proteggerli. Voler bene non è questo. Occorre far capire che la vita è breve e bisogna viverla con pienezza, mettendoci volontà e impegno.
- Ah che bello pensare che tra dieci anni avrò ventun anni!-  Il tempo scorre in fretta e
- Mentre il mondo va avanti anche la vita va avanti e noi cresciamo come per magia.- Dicono alcuni ragazzi
Il tempo è inesorabile ed infatti Seneca dice a Lucilio” Mentre rimandiamo le nostre scadenze, il tempo passa. Tutto ci è estraneo, Lucili, solo il tempo è veramente nostro: l’unica cosa di cui la natura ci ha fatto padroni; ma è passeggero e instabile, e chiunque può estrometterci da questa proprietà. “
I ragazzi hanno fretta di crescere per la voglia di camminare da soli e scoprire la realtà che li circonda.
- A me piacerebbe diventare grande in fretta perché puoi liberarti della mamma, del papà, della nonna e del nonno. Puoi fare i viaggi da solo con l’aereo, con il treno e la metropolitana; puoi fare quello che vuoi, più o meno, senza la mamma e il papà. Mi sentirò grande a quarantun anni perché è l’età dei miei genitori.-
L’onnipotenza giovanile prende il sopravvento; le emozioni straripano ed è giusto così, in una fase del crescere che presenta diverse costanti.
- Ho proprio fretta di diventare grande per realizzare i miei sogni. Chissà come sarà! Immagino che puoi stare sveglia fino a tardi e alla mattina ti senti stanca. Si hanno tante cose, si guidano le macchine, si va a lavorare, si va in pensione.
Quando non sarò più un bambino potrò vedere tutti i cartoni animati, berrò tutta la coca-cola che vorrò. Potrò scavalcare i cancelli e potrò scendere dallo scivolo in piedi.-


lunedì 21 maggio 2012

Le tue azioni diventano le tue abitudini.

  INIZIAZIONI

- Certo, deve essere bella la vita quando si è grandi, ma è piena di responsabilità. E’ meglio forse restare a giocare a palla, al parco, con un amico piuttosto che correre dalla mattina alla sera e perdere la testa per i problemi, tante volte stupidi, che interessano solo gli adulti.-
 La separatezza tra il mondo dei giovani e quello degli adulti è perennemente in agguato; e pensare che, se si trova la chiave giusta, l’incontro avviene. Soprattutto quando l’argomento tocca da vicino quello che i ragazzi pensano.
Allora la conversazione diventa intima e nel confronto entrambi trovano un confine al quale aggrapparsi. L’uno caratterizzato da una attesa entro cui la memoria si dipana, l’altro immerso in un presente che cerca nel cambiamento lo slancio verso quello che avverrà. Certamente il dialogo tra soggetti diversi costituisce un incipit dal quale iniziare.
 - Un bambino spera e sperando pensa.- Sottolinea un bambino.
- E’ profondamente cambiato il modo di vivere di voi ragazzi rispetto alla mia generazione.-  Aggiunge l’adulto. Sono due mondi che si misurano e nello scambio acquisiscono la visione di un futuro che, nessuno dei due, forse sa come  accadrà, nella precarietà del divenire.
Gli umani hanno sempre sperimentato l’incertezza come uno dei parametri del crescere. L’incertezza però non deve fare paura perché è una spinta a procedere; purchè la si sappia governare a proprio tornaconto.
Ogni ragazzo ha voglia di conoscere e scoprirsi in un percorso di autonomia che crea autostima ; vuole trasformarsi in una farfalla e abbandonare il bozzolo caldo per incominciare a volare in un mondo  che, inevitabilmente, crea titubanza.
 L’incertezza pertanto va cavalcata con ironia e coraggio.
Non ci si può nascondere che quanto si osserva nel mondo generi brividi e riesca ad annientare anche il più incallito ottimista. Forse occorre  interpretare il mondo da un punto di vista meno negativo; per osservare anche l’altra parte, quella più generosa e sorprendente.
Allora l’incertezza si trasforma in una azione creativa e responsabile.
- Qualche giorno fa mia madre mi ha scritto delle frasi di Gandhi e me le ha attaccate in camera. In questo foglio sta scritto:

Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri.
I tuoi pensieri diventano le tue parole.
Le tue parole diventano le tue azioni.
Le tue azioni diventano le tue abitudini.
Le tue abitudini diventano i tuoi valori.
I tuoi valori diventano il tuo destino.

Prima di andare a letto, tutte le sere le leggo. Spero che questo mi sia di aiuto e mi sorreggerà in futuro, perché ho bisogno di tanta fiducia in me stesso.-
Già, la fiducia in se stessi è fondamentale. Durante le lezioni del Progetto Adolescenza, a scuola, ho capito che ogni persona è sorretta da uno sgabello a tre gambe: capacità, apprezzamenti e responsabilità. Se queste tre gambe sono alte uguali, quella persona ha fiducia in se stessa ed è serena.
Sono riflessioni di alta maturità espresse da un tredicenne.
Nell’attuale epoca postmoderna, le trasformazioni tecnologiche costringono a continui aggiustamenti e a volte il panico di non essere all’altezza, aggredisce chiunque. Le parole del ragazzo denotano una diversità costruttiva: a non allinearsi non è sempre male. Uscire dal branco significa ridare valore all’originalità individuale.
in cui si era recato per fare ascoltare le sue perle di saggezza, come ringraziamento, gli regalarono un fungo, affermando che fosse unico e originale.
Il saggio si spostò poi in altri paesi e in ognuno accadde lo stesso: il fungo donato era unico e originale.
I giovani sono come quei funghi in quanto l’unicità appartiene a tutti.
- Quando sarò grande scrive una ragazza cinese - vorrei volare come una colomba che si libera al vento. Vorrei scegliere l’albero “Destino” dove proseguirò la mia vita, dove mi produrrò e morirò.
Ma se non potessi diventare una colomba, vorrei diventare come quel fiore bianco che splende al sole e che brilla alla luce e che libera la mente per pensare alla sua fine. Ma se non potessi diventare nemmeno un fiore bianco, vorrei diventare un usignolo, color rosa, perché ha una voce squillante, così squillante che incanta ogni visitatore.
Ma se non potrò essere nemmeno una colomba, neppure un fiore bianco e neanche un usignolo, mi accontenterò di essere me stessa e di avere il futuro che il destino mi ha assegnato.-
 E’ un sogno metafisico, impregnato di filosofia orientale che si confronta con il realismo dei ragazzi occidentali.
Ci sono alcune azioni che sembrano non più di moda tra i giovani: sognare, osare, sperimentare che permettono di cimentarsi in prima persona, altrimenti le giornate sono insipide e incolori.
Se si scava nel profondo però si  scopre uno strato di consapevolezza e di spinta ad agire.
Il rischio di provare a far nascere passioni trasforma le giornate in miracolose avventure e il futuro si scrolla di dosso paure e abitudinarietà.








domenica 20 maggio 2012

Perchè la scuola non ascolta i ragazzi? Il programma, cosìamato dagli insegnanti, senza le loro voci non ha senso.

giovedì 17 maggio 2012



CHE COSA E’ LA VITA


Se non lo scorrere del tempo in avanti che lascia tracce in qualsiasi cosa si faccia, incredibilmente legato al linguaggio, ai colori, agli odori, ai suoni insomma alle esperienze. Pertanto un tempo esistenziale, pensato e raccontato, divorato e giocato, mangiato e ascoltato, toccato e accolto.
E’ la vita che inizia, cresce e avanza, nella dimensione dell’esserci. Non ci si può nascondere che tale prospettiva, nella nostra contemporaneità, si è lacerata e complicata, condizionando il presente e il futuro.
- Il futuro non si può prevedere. Quindi non si può sapere.- E’ la riflessione di uno dei seicento ragazzi dagli otto ai quattordici anni che ha partecipato a un concorso di scrittura sul proprio futuro. Un altro aggiunge - Il nostro futuro è sempre pieno del nostro presente.-
E i ragazzi si rendono conto che la vita da un lato è imprevedibile e dall’altro è composta di passato, presente e futuro in una unità inscindibile; la vita  non è mai ferma, come percorso in cui si sperimentano successi e disfatte, incontri e perdite, in una danza del fare in cui il tempo gioca un ruolo fondamentale nell’accelerare o rallentare le azioni.
Oggi la figura del maestro pare essere diventata anacronistica eppure i ragazzi hanno tanto bisogno di essere accolti e orientati.
Quanta attualità nelle lettere scritte da Seneca all’allievo Lucilio sul tempo della vita!
 “Dammi retta, Lucilio,dedicati un po’ a te stesso e tieni da conto, tutto per te, il tempo che finora ti lasciavi portar via, in un modo o nell’altro, o, comunque, perdevi. E’ proprio così, credimi, il tempo ci viene tolto o sottratto, quasi a nostra insaputa, oppure ci sfugge non si sa come. E la cosa più indecorosa è perderlo per trascurata leggerezza. Prova a pensarci: gran parte della vita ci scappa via mentre agiamo in modo sbagliato, la maggior parte mentre stiamo senza far niente, e l’intera esistenza trascorre in occupazioni inutili e che non ci riguardano veramente.”
Seneca ha riflettuto sulla vita e sul tempo: scrittore e filosofo  possedeva validi strumenti per lanciare messaggi ai giovani.
In realtà  i ragazzi sanno costruire anche da soli teorie sul vivere se gliene viene offerta l’occasione e lasciano esterrefatti gli adulti che pensano di avere la verità in tasca.
- Tutta la mia famiglia - dice un ragazzo - è sempre di fretta e anche se volesse non riuscirebbe a rallentare i tempi; invece io sono “pacifico” (mia madre mi chiama così) e faccio le cose con calma e scioltezza. La vita è piena di sorprese, spero che a me ne riservi poche, ma se mi devono accadere, spero che siano belle.-
In chi parla emerge la speranza di un buon futuro, senza nascondere una esplicita critica al mondo adulto che galoppa verso un domani deprivato.
Riuscirà questo giovane a mantenersi pacifico e calmo?
Io invece - Voglio crescere secondo uno scopo, voglio diventare come un baobab, così imponente.- Nell’ attesa si svela una forza interiore che appartiene a una parte del mondo giovanile; sarà possibile alimentarla e non schiacciarla negli anni a venire?
I pensieri dei ragazzi costituiscono un progetto attraversato da segni di energia interiore; da qui gli adulti dovrebbero partire per relazionarsi con loro.

lunedì 30 aprile 2012

ANTICIPAZIONI


Unanime, la valutazione della commissione giudicatrice della quale facevo parte: alcuni ragazzi hanno evidenziato stereotipi e banalità; altri, i più numerosi, hanno sorpreso per maturità e lungimiranza.
Seicento ragazzi e ragazze, dagli otto ai quattordici anni, hanno scritto le loro idee relative al futuro, in un concorso realizzato nelle classi di un Istituto Comprensivo, alla periferia di Reggio Emilia.
Con un gruppo di insegnanti avevo intenzione di condividere i pensieri espressi, ricchi di punti di vista sul futuro che i ragazzi  sperano di conquistare.
Rivelatori di sentimenti da trasmettere? Di desideri di normalità? Di un filosofia spicciola rispetto alla vita che li attende?
Mi pareva che, leggendo agli insegnanti stralci degli elaborati, significasse portare alla scuola un dono prezioso di conoscenza, affetto e scoperta per la bellezza delle parole.
Terminata la lettura, alla richiesta di esprimere tranquillamente un parere su quanto ascoltato, il silenzio è calato nell’aula. Nessuno ha mostrato interesse e voglia di approfondire, di capire e di addentrarsi sulle strade individuate dai ragazzi; forse da soggetti pensanti, ridiventati allievi?
Pre-adolescenza e adolescenza sono età significative, ancora scarsamente condizionate dai messaggi del mondo adulto; oppure in parte lo sono ma lo spessore delle incrostazioni non è così forte e diffuso.
Ancora è possibile cogliere la spontaneità e condurre per mano gli adolescenti, valorizzando i punti di vista che possiedono. E’ l’età delle dispersioni ma anche dei consolidamenti, nelle scelte condivise con i coetanei.
La fase neuronale, in questo periodo, vive una fase d’arresto e l’adolescente si muove tra contraddizioni e semplificazioni. “Sei grande e fai lo stupido!” sono le ambiguità in cui si dibatte la crescita. Nel cuore si intrecciano sensazioni che debbono trovare una sistemazione e nella mente si alternano passi avanti e voglia di ritornare all’infanzia.
Questa è una stagione di iniziazione, è sempre successo, con alcune differenze: nella contemporaneità gli ostacoli da superare per diventare grande si sono affievoliti per non dire scomparsi.
Dialogare e ascoltarli permette di individuare elementi di forza del loro pensiero che altrimenti non scopriremmo e intorno ai quali costruire ipotesi e osservazioni; significa comprendere i nuovi ostacoli, se esistono, che i ragazzi debbono scavalcare.
Ragazzo dove stai andando? Fai attenzione a quello che sta dentro di te e prenditi a cuore il tuo destino.
Come educatrice che ha fiducia nelle giovani generazioni, non penso esclusivamente  all’adolescenza come a un periodo di problematiche. Ho raccolto nelle visioni sul futuro parecchi semi che fanno bene sperare.
Certamente emerge un’età senza molte passioni e rinchiusa in un ambito prettamente familiare.  Ma che cosa sono in verità le passioni?
E quando escono allo scoperto? E su quali basi si innestano?
Volutamente, dal quadro riportato, ho tralasciato le vacue aspettative, appiccicate dalle mode televisive e dai rotocalchi d’immagine. Ho privilegiato le altre, a volte ingenue e a volte profonde; a volte ereditate, a volte interpretate. Da qui occorre partire, a mio avviso, per trasformare le aspettative in progetti di vita.
Le passioni nascono e si rafforzano se l’identità ha uno spessore, grazie a relazioni e maestri che apportano linfa.
Famiglia e scuola dell’obbligo hanno responsabilità precise verso i ragazzi che sanno raccontare e si attendono dagli adulti un orientamento. Come si fa ad allenare i ragazzi al sapore delle cose che sono il segreto della vita?
Come mettere a proprio agio i giovanissimi perché sappiano valorizzare le pause della loro esistenza senza timore di mettersi a nudo di fronte agli altri?
Come far sì che apprezzino e amino il pezzo di vita che stanno percorrendo? E come lasciasi ospitare dalla vita e avere cura della propria interiorità?
Il silenzio della scuola mi ha fatto male ma soprattutto ne ha fatto ai ragazzi che si sono spesi a fare emergere un’anima e un’originalità.
La generazione che salta agli occhi, presenta una logica priva di grandi conflitti e così di ideali specifici; alla ricerca di una normalità che si snoda nella famiglia, nei figli, nel lavoro in un ambiente che dovrebbe essere migliore dell’oggi.
E’ una normalità di partenza che arreca buoni frutti per il futuro, se viene supportata a trovare quell’unicità che appartiene anche alla vita di tutti i giorni.  A volte occorre rientrare in casa per scoprirsi e fare i conti con se stessi prima di rapportarsi agli altri.
Tra gli adolescenti ci sono quelli che provengono da terre e culture diverse; valicano confini e diffidenze. Le loro riflessioni colpiscono per la maturità e le sofferenze denunciate. Vengono da lontano e alcuni di loro andranno lontano in quanto la fatica dell’adattamento li sta trasformando in individui capaci di aggredire il futuro.
E’ una speranza che spalanca un porta su un domani di mescolanze e di incontri.

RAGAZZI E FUTURO


Seicento ragazzi e ragazze, dagli otto ai quattordici anni, hanno scritto le loro idee relative al futuro, in un concorso realizzato nelle classi di un Istituto Comprensivo, alla periferia di Reggio Emilia.
Con un gruppo di insegnanti avevo intenzione di condividere i pensieri espressi, ricchi di punti di vista sul futuro che i ragazzi  sperano di conquistare.
Rivelatori di sentimenti da trasmettere? Di desideri di normalità? Di un filosofia spicciola rispetto alla vita che li attende?
Mi pareva che, leggendo agli insegnanti stralci degli elaborati, significasse portare alla scuola un dono prezioso di conoscenza, affetto e scoperta per la bellezza delle parole.
Terminata la lettura, alla richiesta di esprimere tranquillamente un parere su quanto ascoltato, il silenzio è calato nell’aula. Nessuno ha mostrato interesse e voglia di approfondire, di capire e di addentrarsi sulle strade individuate dai ragazzi; forse da soggetti pensanti, ridiventati allievi?
Pre-adolescenza e adolescenza sono età significative, ancora scarsamente condizionate dai messaggi del mondo adulto; oppure in parte lo sono ma lo spessore delle incrostazioni non è così forte e diffuso.
Ancora è possibile cogliere la spontaneità e condurre per mano gli adolescenti, valorizzando i punti di vista che possiedono. E’ l’età delle dispersioni ma anche dei consolidamenti, nelle scelte condivise con i coetanei.
La fase neuronale, in questo periodo, vive una fase d’arresto e l’adolescente si muove tra contraddizioni e semplificazioni. “Sei grande e fai lo stupido!” sono le ambiguità in cui si dibatte la crescita. Nel cuore si intrecciano sensazioni che debbono trovare una sistemazione e nella mente si alternano passi avanti e voglia di ritornare all’infanzia.
Questa è una stagione di iniziazione, è sempre successo, con alcune differenze: nella contemporaneità gli ostacoli da superare per diventare grande si sono affievoliti per non dire scomparsi.
Dialogare e ascoltarli permette di individuare elementi di forza del loro pensiero che altrimenti non scopriremmo e intorno ai quali costruire ipotesi e osservazioni; significa comprendere i nuovi ostacoli, se esistono, che i ragazzi debbono scavalcare.
Ragazzo dove stai andando? Fai attenzione a quello che sta dentro di te e prenditi a cuore il tuo destino.
Come educatrice che ha fiducia nelle giovani generazioni, non penso esclusivamente  all’adolescenza come a un periodo di problematiche. Ho raccolto nelle visioni sul futuro parecchi semi che fanno bene sperare.
Certamente emerge un’età senza molte passioni e rinchiusa in un ambito prettamente familiare.  Ma che cosa sono in verità le passioni?
E quando escono allo scoperto? E su quali basi si innestano?
Volutamente, dal quadro riportato, ho tralasciato le vacue aspettative, appiccicate dalle mode televisive e dai rotocalchi d’immagine. Ho privilegiato le altre, a volte ingenue e a volte profonde; a volte ereditate, a volte interpretate. Da qui occorre partire, a mio avviso, per trasformare le aspettative in progetti di vita.
Le passioni nascono e si rafforzano se l’identità ha uno spessore, grazie a relazioni e maestri che apportano linfa.
Famiglia e scuola dell’obbligo hanno responsabilità precise verso i ragazzi che sanno raccontare e si attendono dagli adulti un orientamento. Come si fa ad allenare i ragazzi al sapore delle cose che sono il segreto della vita?
Come mettere a proprio agio i giovanissimi perché sappiano valorizzare le pause della loro esistenza senza timore di mettersi a nudo di fronte agli altri?
Come far sì che apprezzino e amino il pezzo di vita che stanno percorrendo? E come lasciasi ospitare dalla vita e avere cura della propria interiorità?
Il silenzio della scuola mi ha fatto male ma soprattutto ne ha fatto ai ragazzi che si sono spesi a fare emergere un’anima e un’originalità.
La generazione che salta agli occhi, presenta una logica priva di grandi conflitti e così di ideali specifici; alla ricerca di una normalità che si snoda nella famiglia, nei figli, nel lavoro in un ambiente che dovrebbe essere migliore dell’oggi.
E’ una normalità di partenza che arreca buoni frutti per il futuro, se viene supportata a trovare quell’unicità che appartiene anche alla vita di tutti i giorni.  A volte occorre rientrare in casa per scoprirsi e fare i conti con se stessi prima di rapportarsi agli altri.
Tra gli adolescenti ci sono quelli che provengono da terre e culture diverse; valicano confini e diffidenze. Le loro riflessioni colpiscono per la maturità e le sofferenze denunciate. Vengono da lontano e alcuni di loro andranno lontano in quanto la fatica dell’adattamento li sta trasformando in individui capaci di aggredire il futuro.
E’ una speranza che spalanca un porta su un domani di mescolanze e di incontri.